11 - La giustizia consensuale nelle controversie di lavoro

ISBN: 9791259655134
NUMERO PAGINE: 246
€ 25,00

Il bisogno antico di pacificazione sociale tra classi nella materia del lavoro ha reso indispensabile conservare ben salda quella tensione naturale verso l’autonomia delle parti attraverso il supporto di forme compositive non giurisdizionali. Ne è conseguito un sistema di “protezione”, a vari livelli, in grado di riconoscere validità agli accordi intervenuti sui diritti del lavoratore derivanti da norme inderogabili della legge o della contrattazione collettiva.

Sennonché, la sovrabbondante e caotica proliferazione delle c.d. sedi protette ha condotto ad una forte “torsione” del regime dell’inoppugnabilità degli accordi che, di fatto, ne ha stravolto la sua nobile funzione. Il 4° comma dell’art. 2113 c.c. avrebbe dovuto mirare a forme più “accomodanti” di risoluzione della controversia e, invece, ha scontato la vistosa erosione dei margini della indisponibilità dei diritti, veicolando rinunzie e transazioni tutt’altro che equilibrate. In nome della deflazione del contenzioso, l’attenzione del legislatore si è, infatti, orientata verso tecniche procedimentali volte a fare più presto che bene, con l’inappagante risultato per il quale ha prevalso la struttura rafforzata “dell’azienda” rispetto agli strumenti di tutela del lavoratore. L’assenza di forme procedimentali e l’assistenza “al buio” del rappresentante sindacale hanno reso assai più appetibile la conciliazione innanzi al sindacato rispetto a quella c.d. amministrativa, invece disciplinata dal codice di rito. Della negoziazione assistita dagli avvocati, poi, annoverata ormai tra le sedi protette per gli accordi in materia di lavoro, non si ravvedono spiragli di applicazione significativi a causa delle discutibili interferenze tra attività negoziale e processo e degli ingenti costi della rappresentanza tecnica, ai quali la riforma Cartabia non ha esteso il beneficio del patrocinio a spese dello Stato.

Il tentativo di mettere ordine nella congerie dei differenti metodi conciliativi induce a riflettere sulle cautele e i correttivi possibili, nella consapevolezza che la conclamata “protezione” nella sede prescelta non costituisce affatto un effetto incontrovertibile, ben potendo l’accordo rimanere nullo o annullabile secondo la disciplina di diritto comune. In quest’ottica e nella prospettiva di una mutazione culturale volta a incidere anche e soprattutto sulle competenze e sulla formazione dei “conciliatori” e degli avvocati, oltre che dei giudici, il presente studio mira a restituire una buona dose di credibilità alle forme di risoluzione consensuale delle controversie di lavoro, anch’esse incluse tra gli strumenti complementari alla giurisdizione.

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Anno Edizione 2025
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