Il testo analizza l’evoluzione della cooperazione tra l’Unione europea e i Paesi ACP (Africa, Caraibi, Pacifico), culminata nell’Accordo di Samoa del 2023, destinato a sostituire i precedenti accordi di Youndé, Lomé e Cotonou. L’Accordo introduce un approccio innovativo, articolandosi in un quadro generale e in protocolli regionali, con l’obiettivo di affrontare sfide globali come cambiamento climatico, migrazioni, sicurezza alimentare e diritti umani, promuovendo un partenariato più equo e sostenibile. Tuttavia, persistono criticità, come la mancata ratifica da parte di alcuni Stati, la carenza di risorse e la concorrenza di nuovi attori globali, come la Cina. Il testo evidenzia anche le ambiguità legate alla definizione dei principi di “buon governo” e alla discrezionalità nell’applicazione di sanzioni, sottolineando l’urgenza di criteri chiari e condivisi. Lo studio propone una lettura del nuovo assetto giuridico come modello dinamico e multilivello di cooperazione internazionale, fondato su sostenibilità, equità e stato di diritto, capace di favorire uno sviluppo inclusivo e duraturo a livello globale.